SE NON QUI DOVE? CHI-AMATI NELLA CITTÀ
Il Natale è ormai alle porte, e mercoledì 7 dicembre abbiamo potuto preparare il nostro cuore alla venuta di Gesù in mezzo a noi durante una serata di preghiera per le vocazioni in chiesa a Passo di Riva, organizzata in collaborazione con il centro vocazionale diocesano Ora Decima.
Siamo stati accompagnati dalla figura di Maria che, con il suo sì umile e coraggioso, si è fatta custode del mistero della salvezza che abbraccia ciascuno di noi ancora oggi. Giovani e adulti hanno potuto sostare su una questione tanto umana quanto attuale, quella dell’incomprensione tra diverse generazioni, incomprensione che abbiamo scoperto aver abitato anche la famiglia di Nazaret, nella quale quindi è davvero possibile rispecchiarsi e riconoscersi. La simbolica frattura posta al centro della chiesa, immagine fisica della distanza che si crea quando non si riesce a comprendere l’altro fino in fondo, è stata luogo al quale affidare i motivi per i quali i giovani non si sentono capiti, e ciò che invece gli adulti trovano difficile comprendere dei propri figli, con la promessa di provare a creare un ponte capace di collegare ciò che sta dentro con quello che sta fuori. Questo gesto ha aperto poi ad un passaggio successivo, quello della consegna della stella che riportava la domanda “E tu chi accogli con te?”, per concretizzare l’impegno a farsi prossimi nei confronti di quella persona con la quale stiamo vivendo una frattura, e per provare a ricucirla.
Durante la veglia ci è stata anche donata la testimonianza di Niccolò e Michaela, una coppia di giovani sposi della nostra Unità Pastorale che stanno attendendo la nascita della loro prima figlia, proprio come è successo a Maria e Giuseppe. Le loro parole di amore semplice vissuto nei gesti quotidiani, di cura e di attenzione reciproche ci hanno aiutato ad entrare ancora più in profondità nelle dinamiche della famiglia di Gesù, dove Maria custodiva nel suo cuore e nel suo grembo il grande mistero della vita e Giuseppe le si è fatto vicino, amandola senza riserve anche quando i dubbi e le domande si facevano assordanti.
La serata si è poi conclusa con un momento di festa che ci hanno regalato le nostre suore indonesiane, che hanno pregato attraverso una loro tradizionale danza, per ricordarci che è possibile lodare Dio con tutto ciò che siamo, perché la vita stessa è una preghiera.