Il digitale come opportunità di incontro!

In molti abbiamo descritto la fase 1 dell’epidemia come la fase del silenzio, del vuoto.
Le strade sembravano deserti, le piazze sembravano assetate di parole.
Ma a esser sinceri di parole ce ne sono state troppe in questo periodo di prova…
Le parole di tanti esperti che non di rado esageravano.
Le parole di pochi scienziati, concordi sulla prudenza.
Le parole di tanti bontemponi, che sono arrivati ad spararle grossa e a creare ferite ardue da curare.
Quante parole inutili, provocazioni, battute infelici, orgogliose.
Eppure ci sono state anche parole preziose, capaci di dare un nuovo inizio, una carica di speranza in più.
C’è stata la Parola di Dio, meditata per noi giovani dell’UP da don Christian Corradin in un incontro su ZOOM, che ci ha resi ancora più vivi.
A partire dal vangelo dell’incontro tra Gesù e il cieco Bartimeo (Mc 10,46-52), ci siam lasciati toccare gli occhi dal suo sguardo di compassione e poi, dopo alcuni minuti di silenzio, a piccoli gruppetti abbiamo condiviso la nostra personale risonanza.
Bartimeo, un giovane senza vista, senza nome, emarginato, dipendente, non si è arreso.
Nonostante il muro che era attorno a lui, dovuto alla malattia… ma anche ai discepoli che volevano farlo tacere, ga alzato la voce, ha gridato, ha gettato il mantello dei suoi pesi, delle sue sicurezze, ha gettato la cosa più preziosa che aveva per andare incontro al Signore.
E cosa gli ha chiesto?
Di vederci chiaro, di riavere la vista.
Così anche per noi giovani il vederci chiaro ci porterà a fare scelte coraggiose nella nostra vita.
Eppure non sono tanti gli incontri che ci fanno vedere chiaro.
Non sono tante le parole che ci aprono la mente.
Non sono tanti gli sguardi che rendono vivi i nostri occhi e caldi i nostri cuori.
Abbiamo bisogno di una Parola che ci accompagni nel cammino, anche se non tutto è facile e luminoso”
“Quando piove, cerca l’arcobaleno. Quando è buio, cerca le stelle”.
Grazie don Christian, il dono della Parola che ci hai fatto gustare ci ha aperto gli occhi. Il silenzio ha smosso le nostre sante ferite. La condivisione ci ha ricordato che non siamo soli, ma tanti giovani credono nella Parola di Vita!