Arte e Fede – 4° Giovedì di Avvento con suor Annika Fabbian a Vivaro
“Il sonno di San Giuseppe” – Capitello nel chiostro del Monastero di San Juan de la Peňa (Spagna) – “Amati da Dio, santi per chiamata” (Rm 1,7)
L’ultimo incontro di Avvento a Vivaro, suor Annika Fabbian ci ha donato una bellissima relazione sul “Sonno di san Giuseppe” opera che come molte altre e con simboli vari ci parla della storia della salvezza. Il Monastero si trova in Spagna e la leggenda narra la leggenda che Voto (oppure Oto secondo altre versioni), baldo rampollo della nobiltà di Saragozza, venuto a caccia sui monti della sierra di San Juan, stava inseguendo un cervo quando, nei pressi del Monte Pano, il suo cavallo s’imbizzarrì e precipitò in un dirupo portando con sé il cavaliere. In quel brevissimo lasso di tempo il giovane vide la morte in faccia e invocò il soccorso di san Giovanni Battista. Miracolosamente il cavallo toccò il fondo del burrone indenne e Voto scorse davanti a sé una piccola grotta: si trattava di un eremo dedicato proprio a san Giovanni Battista, il santo da lui invocato, e all’interno giaceva il corpo senza vita del venerato eremita Juan de Atarés. Con l’animo profondamente scosso dall’accaduto, il nobile tornò a Saragozza, vendette tutti i suoi beni e, insieme con il fratello Félix, si ritirò nella grotta scoperta in quel modo tanto prodigioso per dedicarsi a sua volta alla vita eremitica e dando così inizio alla storia del monastero di San Juan de la Peña (“San Giovanni del dirupo” appunto, o anche “San Giovanni della roccia”).
Il capitello di questa sera raffigura Giuseppe nel sonno, quasi in sogno, ed è in stile romanico aragonese, cioè un incrocio tra romanico di oltr’alpe e quello lombardo, ossia italiano.
Per il monaco il chiostro è il cuore pulsante della vita monastica, svolge il ruolo fondamentale nella liturgia, nell’ufficio Divino e nel chiostro l’uomo può incontrare Dio, il monaco può fare la riflessione in silenzio, può pensare, tornare in se stesso e meditare sulla bellezza della creazione del Creato.
In questa ultima Domenica di Avvento cerchiamo anche noi di fermarci nel nostro chiostro interiore per incontrare chi ci Ama e ci chiama a essere santi, uomini e donne giusti secondo lo Spirito di Dio. Con questa ultima Domenica di avvento è l’annunciazione di dire sì alla chiamata di Dio e di vedere la vita in modo diverso, nuovo e soprattutto con gli, occhi di Dio. Il giusto è colui che si ritiene povero innanzi alla grandezza di Dio, risponde a Dio attraverso gli avvenimenti della vita e permette a Dio di essere primo. Dio è con noi, secolo dopo secolo, Dio che non vuol imprigionare la nostra vita e la nostra storia, ma le attraversa assieme a noi, Egli è il nostro scandalo e la nostra gloria.