Arte e Fede – 3° Giovedì di Avvento con suor Annika Fabbian a Dueville

In questa terza domenica di avvento vediamo un’immagine di Giovanni, dipinta da Leonardo Da Vinci di dimensioni cm 69 x 57, dipinta tra il 1508 e il 1513 che si trova al museo del Louvre a Parigi. Leonardo Da Vinci, uno dei più grandi e completi artisti della storia,  amava dipingere le opere nuove con tecniche più antiche. Quest’opera si mosse da Parigi solo due volte, nel 1939 e nel 1949 per venire in Italia.

Questo quadro vuole sintetizzare lo specchio fumoso dell’anima che si riflette come fosse l’anima nostra. Il Battista raffigurato in quest’immagine è giovane e senza barba, altre volte lo troviamo bambino vestito di pelli di cammello in compagnia di Gesù e di altri personaggi, anche se quella che vediamo più di frequente è l’immagine del Battista assieme a Gesù durante il Battesimo nel fiume Giordano.

La Genesi di questo dipinto, lasciando da parte l’emozione che questo quadro suscita, dal punto di vista della conoscenza è un’immagine che, assieme alla Gioconda e alla Madonna con il bambino di Sant’Anna fu iniziata a Firenze per poi essere portata a Milano, ripresa a Milano per poi finire al Louvre a Parigi.

Il San Giovanni che vediamo in quest’immagine è giovane è al centro del quadro ed è immerso nella luce, sembra uscire dal buio profondo che si lascia in qualche modo alle sue spalle e ci pone davanti tutta la sia limpidezza. In questa terza Domenica di Avvento, sembra una rivelazione, troviamo il Battista in carcere, luogo isolato, buio, che non è solo la sua condizione esteriore, ma forse anche quella interiore. Giovanni Battista che ha parlato di Gesù come il Cristo vivo ora è nel dubbio di aver annunciato il vero Messia, quello Vittorioso e Glorioso che immaginava la gente. La veste di Giovanni non è di cammello come siamo abituati a vedere, qua è una pelle di lince, questo animale nel periodo medievale e in particolare quelli medievali richiama alla verginità e richiama alla vita. Gesù annuncia a Giovanni una beatitudine, Giovanni nel silenzio del  carcere non è più una voce nel deserto ma da annunciatore, precursore, diventa amante di quel Signore che ha atteso, e anche per noi con Fede, tanta, poca, segnata dal dubbio, zoppicante, cieca, sorda la nostra Fede la nostra la nostra gioia, la gioia della chiesa che siamo tutti noi, questa gioia nasce da questo Amore, questa gioia  ci trasforma da deserto arido a giardino fiorito perche abitato da una vita, da un Amore nuovo che ci spiazza e ci sorprende, ma senza il quale non possiamo avere gioia, non possiamo avere vita in pienezza.

Sintetizzando quest’opera di Leonardo e l’immagine del Battista; Dio Padre  ti ha chiamato, vieni all’origine di tutte le cose, e Tu sei venuto Signore e questa Tua chiamata l’hai posta anche nelle nostre labbra per trasmettere in noi la forza di farti realmente venire. Tu permetti anche a noi di chiamarti, così possiamo esigere la Tua venuta, Ti metti a completa disposizione di questa chiamata, in qualunque situazione ci troviamo Tu ci dai la possibilità di chiamarti. Per ciascuno di noi e per tutta la Tua chiesa fa che impariamo a chiamarti, Signore, Vieni!