MATERIALE PER LA 3° DOMENICA DI QUARESIMA IN TRACCE PER TUTTE LE ETA’
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 4,6-42)
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere» (…). Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e colui che ti dice “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve con lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».
«Signore – gli dice la donna -, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». (…) La donna lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?» (…). «Sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Quella donna non aveva alcuna intenzione di incontrare né Gesù, né Dio. Lei era andata al pozzo semplicemente perché aveva bisogno di acqua.
Magari anch’io forse me ne sto fregando, ma Dio mi cerca.
Lui mi cerca perché vuol donarmi qualcosa di grande, di importante. E mi cerca nel momento in cui meno me l’aspetto, tipo adesso in quarantena (#iorestoacasa), e soprattutto nel momento del mio bisogno.
Anch’io ora sono fermo a un pozzo.
Il pozzo delle mie tante domande senza risposta, delle mie fragilità, delle mie paure su questo contagio (#andratuttobene), su quello che sarà domani…
Se mi guardo con sincerità, sono a un pozzo che a volte non mi soddisfa… e ho sete.
Dico che “chi si accontenta gode”, affermo che “non credo in Dio”, affermo che “c’è troppa falsità”… ma è facile dire qualcosa quando non si rischia. È facile bestemmiare, lamentarsi, spararla grossa sui social, sparlare alle spalle… tanto, chissene…
Eppure, come la samaritana, a volte mi mi sento vuoto, assetato.
Ho sete di verità. Ho sete di amici affidabili. Ho sete di togliere certi pesi che porto dentro. Ho sete di un amore che non si fermi all’apparenza, ho sete di Dio.
Ma spesso mi accontento dell’acqua ferma, stagnante.
Gesù lo sa che non mi basta l’acqua di questo pozzo. Solo l’amore vero può cambiarmi.
Gesù risponde alla donna di Samaria: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».
Aiutami, Signore, a lasciare la brocca di acqua stagnante,
risveglia in me il desiderio di amare come te,
insegnami a cercarti nel Vangelo,
sostienimi, per essere un giovane rispettoso e generoso.
È facile accontentarsi di acqua stagnante,
è splendido essere acqua viva, come te!